Guida alla rimozione dei tatuaggi: rischi e soluzioni laser
I tatuaggi possono essere vere e proprie opere d'arte, ma l'introduzione di pigmenti estranei nella pelle non è un atto privo di rischi. Dalle reazioni allergiche fino alle infezioni, è fondamentale conoscere le possibili complicanze, sia nel farsi un tatuaggio che nel rimuoverlo. Oggi la tecnologia laser offre soluzioni sicure ed efficaci, ma è importante affidarsi a professionisti esperti.
Come viene eseguito un tatuaggio?
Un tatuaggio viene realizzato inserendo inchiostro permanente nel derma, lo strato intermedio della cute, tramite un ago. Le particelle di pigmento vengono in parte inglobate dalle cellule della pelle (fibroblasti, macrofagi), che le "imprigionano" rendendo il disegno permanente.
I rischi legati ai tatuaggi: allergie e infezioni
Anche se le complicazioni sono spesso lievi, sono sempre possibili reazioni negative.
Reazioni allergiche ai pigmenti
È il problema più comune. L'ipersensibilità a uno dei pigmenti può manifestarsi anche a distanza di mesi, con dermatiti o reazioni granulomatose. I pigmenti rossi (a base di solfuro di mercurio) sono la causa più comune, ma qualsiasi colore può essere un fattore scatenante, a causa dei sali metallici utilizzati (cadmio per il giallo, cobalto per il blu, ecc.). La terapia si basa su corticosteroidi, ma nei casi più gravi può essere necessaria l'asportazione chirurgica o la rimozione laser.
Trasmissione di malattie infettive
Sebbene gli standard igienici attuali abbiano reso le infezioni rare, la violazione della barriera cutanea espone sempre al rischio di trasmissione percutanea di batteri e virus. In passato sono stati segnalati casi di trasmissione di sifilide, epatite e persino HIV.
Rimuovere un tatuaggio con la tecnologia laser
Oggi lo standard di cura per la rimozione dei tatuaggi è la tecnologia laser Q-switched (a nanosecondi o picosecondi). Questo tipo di laser emette impulsi ultracorti che agiscono in modo selettivo, frammentando le particelle di pigmento senza danneggiare la pelle circostante. Una volta "frantumato", il pigmento viene eliminato naturalmente dal sistema linfatico.
La scelta della giusta lunghezza d'onda del laser è fondamentale e dipende dal colore da rimuovere:
- Nero e blu: sono i più facili da rimuovere (lunghezza d'onda 1064, 755 o 694 nm).
- Rosso: si tratta efficacemente con una lunghezza d'onda di 532 nm.
- Verde: richiede lunghezze d'onda specifiche (694 o 755 nm).
- Giallo e arancione: sono i più difficili, ma possono essere trattati con la lunghezza d'onda di 532 nm.
Controindicazioni e possibili effetti collaterali del laser
La rimozione laser, se eseguita correttamente, raramente provoca cicatrici. Tuttavia, un uso improprio o ad energie troppo elevate può causare problemi:
- Vesciche: un problema transitorio, più comune nelle prime sedute, che si risolve senza conseguenze.
- Cicatrici ipertrofiche: un rischio legato a trattamenti troppo aggressivi.
- Alterazioni della pigmentazione: Ipopigmentazione (macchie chiare) o iperpigmentazione (macchie scure) sono gli effetti collaterali più comuni, specialmente negli individui con pelle scura.
L'asportazione chirurgica, un tempo più comune, è oggi riservata a casi particolari, come pazienti con una forte reazione allergica al pigmento.