Mastoplastica additiva: la guida alla ricerca di un seno naturale

A cura di Dott. Federico Greco

Donna nuda copre il seno con una mano, sfondo bianco neutro

Nonostante i modelli proposti da media e televisione, la maggior parte delle donne che si rivolge al chirurgo plastico per una mastoplastica additiva desidera un risultato ben preciso: un seno di una taglia "ragionevole" e dalla forma il più naturale possibile. Per rispondere a questa esigenza, la tecnologia protesica ha fatto passi da gigante, offrendo oggi impianti dalle forme e dai materiali più vari.

La forma: il ruolo delle protesi anatomiche

Per ottenere un risultato personalizzato ed evitare un eccessivo riempimento del polo superiore della mammella, le protesi di forma anatomica sono sicuramente le più richieste. La loro caratteristica forma a goccia, con un volume che sfuma gradualmente nella parte superiore e una maggiore proiezione in basso, imita quella di un seno naturale. Questo permette di evitare l'effetto "push-up" permanente che, seppur gradevole con alcuni abiti, risulta molto innaturale a seno nudo.

La morbidezza e la contrattura capsulare: un aspetto cruciale

Se la forma è un desiderio che si può facilmente soddisfare, la morbidezza del seno è un aspetto più complesso. È noto che, dopo l'inserimento di una protesi, il corpo crea sempre una sottile membrana di tessuto fibroso attorno ad essa, chiamata capsula periprotesica. Nella maggior parte dei casi, questa capsula rimane sottile, garantendo una gradevole morbidezza al tatto.

Tuttavia, nel 10-15% dei casi con protesi tradizionali rivestite in silicone, questo tessuto può indurirsi, dando luogo alla cosiddetta contrattura capsulare. Sebbene raramente richieda un re-intervento, questa complicanza può alterare il risultato estetico e, soprattutto, la morbidezza della mammella.

La soluzione per una maggiore sicurezza: le protesi in poliuretano

Per offrire maggiori garanzie di risultato, è stata creata un'alternativa alle classiche protesi in silicone: gli impianti rivestiti in schiuma di poliuretano. Questo materiale, utilizzato da decenni in chirurgia ricostruttiva, offre due vantaggi fondamentali:

  • Riduce drasticamente il rischio di contrattura capsulare, portandolo dal 10-15% a meno del 2%.
  • - Garantisce una maggiore stabilità di posizione, grazie alla maggiore porosità della superficie che favorisce l'integrazione con i tessuti.

Per queste ragioni, le protesi in poliuretano sono la prima scelta negli interventi di revisione per risolvere contratture capsulari o problemi di spostamento della protesi.

Sicurezza oncologica: un punto fermo

È fondamentale ribadire un concetto ampiamente dimostrato da studi scientifici: non c'è alcuna evidenza medica che le donne portatrici di protesi mammarie (sia in silicone che in poliuretano) siano esposte a un rischio aumentato di tumore al seno.

L'intervento

La mastoplastica additiva viene eseguita in anestesia locale in day hospital o in anestesia generale con una notte di degenza, a seconda del caso specifico.