Fili di biostimolazione e sostegno: la guida al lifting non chirurgico
Nel campo dell'anti-aging, una delle alternative più valide alla chirurgia per contrastare la perdita di volumi del viso è rappresentata dall'utilizzo dei fili di sutura riassorbibili. Questo approccio semi-invasivo, affermato da circa sette anni, è ideale per correggere il cedimento dei tessuti e l'inversione della cosiddetta "V" della giovinezza, ovvero quando la pienezza degli zigomi lascia il posto a uno svuotamento del volto.
Questi fili, sebbene simili a quelli usati in chirurgia, sono specificamente progettati per l'estetica e agiscono secondo due meccanismi d'azione principali: la biostimolazione e la trazione.
Come funzionano i fili? Due meccanismi d'azione principali
A seconda dell'inestetismo da trattare e del risultato desiderato, il medico può scegliere tra due diverse tipologie di fili.
1. Fili di biostimolazione: rigenerare la pelle dall'interno
Questi fili hanno lo scopo di innescare un processo di rigenerazione cutanea attraverso un meccanismo noto come meccanotrasduzione. In parole semplici:
- Sono fili molto sottili (solitamente in PDO - polidiossanone) che vengono inseriti in gran numero (10-20 per area) nel derma profondo.
- La loro semplice presenza agisce come uno stimolo meccanico che "risveglia" le cellule principali del derma, i fibroblasti.
- I fibroblasti riattivati iniziano a produrre nuovo collagene, elastina e fibre reticolari, ristrutturando la pelle dall'interno e rendendola più compatta (skin tightening).
- A questo si aggiunge una lieve reazione infiammatoria controllata che richiama fattori di crescita, potenziando ulteriormente l'effetto biorigenerante.
2. Fili di sostegno (o di trazione): sollevare e riposizionare
Questi fili sono progettati per un'azione più meccanica e immediata di lifting. Le loro caratteristiche sono diverse:
- Sono più spessi e robusti, e ne vengono inseriti in numero minore (da 2 a 6 per area).
- Sono dotati di piccole spine o coni lungo la loro struttura (per questo detti "barded", simili a una lisca di pesce).
- Una volta inseriti, queste ancore si agganciano al tessuto sottocutaneo, permettendo al medico di trazionare e risollevare i tessuti ceduti, riposizionando i volumi.
- Sono realizzati in materiali come PDO, acido polilattico o caprolattone, tutti completamente riassorbibili.
Le aree di applicazione: non solo il viso
Sia i fili di biostimolazione che quelli di sostegno possono essere utilizzati con successo in diverse aree del viso e del corpo, tra cui:
- Regione frontale e sopraccigliare
- Contorno occhi e area zigomatica
- Guance e profilo mandibolare
- Collo e décolleté
- Interno braccia, interno cosce, addome e glutei
Il percorso di trattamento: quante sedute servono?
Il protocollo varia a seconda della tipologia di filo utilizzato:
- Fili di biostimolazione: Richiedono un minimo di 2 sedute all'anno per mantenere la stimolazione attiva.
- Fili di trazione: Generalmente è sufficiente una sola seduta. L'impianto può essere ripetuto una volta all'anno o ogni due anni, a seconda del materiale e della risposta individuale.
In conclusione, i fili rappresentano una valida alternativa alla chirurgia, a patto che ci siano le giuste indicazioni. La valutazione dello stato dei tessuti, dell'entità del difetto e degli obiettivi del paziente è fondamentale per scegliere il percorso più corretto.