Aumento del seno: la guida alla scelta tra protesi e lipofilling
Lo scandalo delle protesi PIP ha lasciato un segno, ma non ha fermato il desiderio di molte donne di migliorare la forma e il volume del proprio seno. L'informazione corretta e la garanzia a vita offerta oggi da molte case produttrici devono tranquillizzare: la mastoplastica additiva, insieme al lipofilling mammario, rappresenta una procedura sicura, a patto che vengano rispettati alcuni presupposti fondamentali.
La mastoplastica additiva con protesi: la scelta consapevole
Ottenere un risultato armonico e naturale è l'obiettivo principale. Per questo, la scelta della protesi e della tecnica chirurgica è un percorso da condividere tra chirurgo e paziente.
La scelta della protesi e della tecnica
La selezione della protesi (anatomica o rotonda) e del suo volume deve rispettare l'armonia corporea, evitando impianti enormi e sproporzionati. Il chirurgo valuterà poi la tecnica più idonea, scegliendo l'incisione più discreta (tra areola e solco sottomammario) e, soprattutto, la giusta posizione per l'impianto. Oggi, nella maggior parte dei casi, si predilige la sede retromuscolare parziale (dual plane). Questo approccio è obbligatorio nelle donne magre per evitare che i bordi della protesi siano visibili, ma è consigliato a tutte: il muscolo sostiene la protesi, riducendone il carico sulla ghiandola e contrastando la futura caduta del seno.
Le protesi scadono? Vanno cambiate?
Questa è una delle domande più comuni. La risposta è semplice: le protesi moderne non hanno una data di scadenza. Se l'intervento è ben eseguito, la protesi non si rompe e mantiene la sua forma. Ciò che invecchia, però, è il seno stesso: allattamento, variazioni di peso e il tempo possono causare un cedimento (ptosi mammaria), che potrà essere corretto con un intervento di mastopessi (lifting del seno), durante il quale sarà probabilmente necessario sostituire la vecchia protesi con una più adatta alla nuova forma.
Il lipofilling mammario: l'alternativa biologica
Il lipofilling, ovvero l'aumento del seno con il proprio grasso, sta avendo una notevole diffusione. Superate le iniziali perplessità sulla diagnosi dei tumori (le calcificazioni del grasso sono ben distinguibili da quelle tumorali), molte pazienti chiedono un aumento senza elementi estranei. Tuttavia, questa strada non è sempre percorribile.
I limiti del lipofilling
- Disponibilità di grasso: Per aumentare il seno, è necessario prelevare una quantità sufficiente di grasso da altre aree. Se la paziente è molto magra, il grasso a disposizione potrebbe non bastare per un risultato soddisfacente in un solo intervento.
- Riassorbimento parziale: Bisogna considerare che una parte del grasso trapiantato (dal 20% al 40%) viene inevitabilmente riassorbita. Questo può comportare la necessità di uno o più interventi di ritocco.
In attesa che l'uso delle cellule staminali diventi una pratica consolidata, la scelta informata tra queste due procedure, se ben eseguite, garantirà grande soddisfazione alle nostre pazienti.