Medicina estetica: la differenza tra un risultato naturale e "finto"
Durante un recente congresso internazionale di medicina estetica, sono stati mostrati i risultati di numerosi trattamenti eseguiti in tutto il mondo. Molti di questi erano, a mio avviso, esteticamente discutibili, così come l'aspetto di alcune colleghe con i tratti somatici visibilmente alterati. Questa osservazione mi ha portato a una riflessione: mentre molti professionisti seri seguono da anni il percorso della bellezza autentica, imperversa ancora una corrente di pensiero superficiale che continua a fare danni.
La tendenza anti-estetica: perché vediamo visi "finti"?
L'aumento indiscriminato dei volumi è ancora, erroneamente, considerato sinonimo di bellezza. Forse è il modo più semplice per sostenere tessuti rilassati, ma l'effetto finale è spesso grottesco. Il risultato?
- Visi da "criceto"
- Zigomi a "pompelmo"
- Labbra a "canotto"
- Visi plastici, senza rughe ma anche senza alcuna espressione.
In questi casi, si è smarrito completamente il senso estetico e il principio fondamentale della personalizzazione, secondo cui ogni trattamento deve essere unico e adeguato alla specifica persona.
Di chi è la colpa? La ricerca di un ideale di bellezza che non esiste
Il concetto di bellezza è soggettivo e varia nel tempo. Basta pensare a come l'ideale femminile si sia evoluto nel '900: dalle maggiorate del dopoguerra all'esile Twiggy, dalle top model statuarie degli anni '90 alla magrissima Kate Moss, fino alle modelle curvy di oggi.
La realtà è che non esiste un modello di bellezza unico applicabile a tutti. Purtroppo, i media e il mondo delle celebrità spesso spingono verso un'ideale standardizzato e artificiale, a cui molti finiscono per aspirare. Senza adattare queste aspirazioni alla propria fisicità e personalità, si finisce inevitabilmente per deformare l'ideale stesso di bellezza.
La filosofia della naturalezza: il vero canone estetico
Capisco perché molti pazienti arrivino nel mio studio spaventati. Quando propongo di ripristinare i volumi persi per ringiovanire, la loro paura è quella di apparire "finti". Questo è lo scotto che paghiamo per gli errori di colleghi che hanno perso di vista l'etica professionale, in nome della quale, a volte, bisogna anche saper dire di no a un trattamento.
Il mio modo di lavorare, e quello di molti altri colleghi, si basa su un principio diverso: bellezza = naturalezza. Dobbiamo spiegare ai pazienti che la bellezza è armonia, equilibrio e che il loro aspetto deve rispecchiare il loro modo di sentirsi.
Il risultato migliore è quello che non si nota
L'obiettivo di un buon trattamento di medicina estetica non è stupire gli amici con un cambiamento radicale. Al contrario, il successo si misura dai commenti discreti e positivi che i nostri pazienti ricevono:
- "Ti vedo bene"
- "Hai un viso riposato"
- - "Si vede che finalmente sei felice"
Questi sono i commenti che vogliamo sentano i nostri pazienti. Questo è il segno che abbiamo lavorato bene, restituendo non solo armonia, ma anche stima di sé.